Mi era chiaro e non capivo perché non lo fosse anche per gli altri. Allora ho iniziato a dirglielo, ma non mi hanno creduto.
Ma di cosa parli?
L’ho detto e poi l’ho urlato, ma sembrava di essere nel deserto. Nessuno mi ha mai ascoltato, poi c’ho fatto il callo, mi ci sono abituato e infine ho smesso.
Non ti seguo…
Nessuno mi ha mai seguito. Perché? Eppure non dicevo nulla che non fosse alla luce del sole, bastava voltarsi e guardare. Ecco, forse, il motivo per cui nessuno mi ha mai creduto: nessuno si è mai voltato.
Voltarsi è come guardare il passato, non è mai cosa semplice. Non puoi biasimarli.
Voltarsi a guardare il passato, dici? No, questo non l’ho mai chiesto a nessuno. Quello che io chiedevo, era di voltarsi a guardare il futuro.
Ma è ridicolo! Noi camminiamo verso il futuro, lo vediamo materializzarsi davanti ai nostri occhi, che motivo ci sarebbe di voltarsi per guardarlo? Forse tu intendi dire che a volte non vogliamo vedere il futuro che si sta prospettando di fronte a noi?
Quello che guardate ma non vedete è il passato, benché siate rivolti in quella direzione.
Ma noi camminiamo verso il futuro, è lo scorrere del tempo che ce lo impone. Il futuro che si definisce man mano che camminiamo lungo la linea del tempo.
Il futuro è già scritto, non lo vedete perché siete rivolti verso il passato.
Allora almeno il passato lo vedremmo, non credi?
Voi guardate indietro, ma non volete vedere quello che è successo. Dimenticate e poi lasciate che qualcuno ve lo racconti. Preferite dare retta alle bugie con cui vi martellano, piuttosto che accettare la verità scomoda che arriva dal passato.
Perché continui a dire che siamo rivolti verso il passato, noi camminiamo verso il futuro, è il tempo che ce lo impone!
Il tempo stabilisce la direzione e il verso di marcia, ma non vi impone di guardare per forza avanti.
Quindi tu sostieni che noi… camminiamo all’indietro? Assurdo! Inciamperemmo negli ostacoli che il futuro creerebbe alle nostre spalle.
Qui sta la vostra unica abilità, quella che a volte ancora vi tiene in piedi. Guardate il presente che avete di fianco, chiudete gli occhi davanti al passato, ma non avete intenzione di voltarvi verso il futuro.
Anche se lo facessimo, non vedremmo nulla perché il futuro non è scritto. Il passato è stato scritto, il presente lo stiamo scrivendo ora, ma il futuro, quello deve ancora venire…
O forse è già avvenuto ma non lo abbiamo ancora raggiunto?
Che senso ha quello che dici? Se non lo viviamo ancora, significa che deve ancora succedere e quindi ancora non esiste.
E se invece il futuro già esistesse ma noi non lo vedessimo perché siamo girati verso un passato che sistematicamente dimentichiamo per fare attenzione al solo presente?
Quindi tu sostieni che il futuro è già scritto e quindi noi non ne siamo gli artefici? Così dicendo tu neghi la libertà dell’uomo. Se il futuro fosse veramente già scritto, allora il libero arbitrio non esisterebbe e l’uomo, convinto di poter decidere della sua vita, in realtà starebbe seguendo un copione che qualcun altro ha deciso per lui. Non posso accettarlo, nessuno potrebbe. Ecco perché nessuno ti ha mai ascoltato.
Il futuro nasce da un’alleanza tra l’uomo e Dio. L’uomo non può scrivere il suo futuro da solo, non ne ha le capacità perché non è padrone dello spazio e del tempo.
Allora confermi quello che ho ipotizzato! Tu credi che Dio abbia già scritto la storia della nostra vita e l’uomo la viva in un continuo inganno. Pensa di essere artefice del proprio futuro, invece è solo un attore inconsapevole. Tu stai dicendo che l’uomo vive in una rappresentazione!
L’alleanza tra uomo e Dio è uno scambio vicendevole. Dio ha creato per ogni uomo il futuro migliore che questi possa vivere, ma l’uomo deve fare la sua parte. Altrimenti l’alleanza sarebbe rotta.
Ma come può fare la sua parte se il futuro è già scritto? Quello che dici non ha senso!
L’uomo deve collaborare a vivere il futuro che Dio ha preparato per lui, è un progetto comune. Non deve lasciarsi vivere dagli eventi. Può seguire la traccia che Lui gli ha preparato e compiere la propria vita, oppure può seguire il tracciato che l’accusatore ha inciso nella terra e seguirlo fino a sprofondare, o a seguire una facile preda che lo condurrà ad addentrarsi in un bosco oscuro finché non si sarà perso.
Se seguisse la traccia, sarebbe come un automa programmato per fare quello che il suo controllore desidera. Seguendo il tracciato, invece, avrebbe almeno esercitato il suo volere, non credi?
Ne sei certo? Non avrebbe forse seguìto, anche in questo caso, un copione già scritto che, oltre tutto, racconta della sua rovina?
Ma se seguissimo il tracciato, saremmo degli automi! In ogni caso non saremmo esseri liberi.
Ma se non lo seguisse, andrebbe verso la rovina. L’uomo non è padrone del tempo e dello spazio, se non si affida all’alleanza che gli è stata proposta, non può che finire in un burrone o perdersi nel bosco.
Quindi tu sostieni che se l’uomo non si piega a vivere una vita già scritta, è destinato alla rovina?
L’uomo non ha la capacità di vivere la vita secondo le proprie decisioni. Può solo affidarsi e mettere a frutto i doni che ha ricevuto. L’uomo deve alzare lo sguardo verso il sole e vivere la vita migliore per lui. Il futuro è luminoso e lo aspetta a braccia aperte.
No, il futuro è un’incognita.
Il futuro è salvezza dall’incertezza del presente e dalle miserie del passato.
No, il futuro è oscuro.
Solo voltandosi verso il futuro è possibile vedere la luce da seguire in fondo al tunnel.
No, il futuro è una trappola che ci porterà alla morte.
Il futuro è la via per la verità, che ci renderà liberi.
Come fai a dirlo? Davanti a me vedo solo disperazione.